Reportaje en Gens Ligustica In Orbe (Génova), Edición Noviembre 2018

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La storia degli empori italiani in Cile: La presentazione il 23 ottobre 2018 presso la Sala Remotti dell’Università di Genova

L’emigrazione italiana in Cile avvenuta nei primi anni del’900 è stata un’emigrazione diversa.

Infatti ad emigrare per primi non sono stati i giovani che vivevano in povertà, ma abili commercianti che hanno visto in questo Paese il luogo ideale per il proprio futuro. Gli emigranti che hanno scelto di lasciare le loro terre provenivano da diverse regioni d’Italia, ma il primato lo detiene senza dubbio la Liguria, terra di naviganti per antonomasia.

Il Centro Internazionale di Studi Italiani dell’Università di Genova (CISI) in collaborazione con L’Associazione Liguri nel Mondo di Genova e il Settore Politiche Sociali Terzo Settore, Immigrazione ed Emigrazione di Regione Liguria, martedì 23 ottobre alle ore 15 presso la Sala Remotti dell’Università di Genova (Via Balbi 5) hanno presentato un interessantissimo documentario che racconta proprio di questa migrazione ligure verso il Cile e soprattutto nella città di Valparaiso.

“Emporios, immigrantes italianos de ayer y hoi”, questo il titolo del documentario realizzato da Magdalena Gissi Barbieri, docente di Storia del cinema all’Università di Vina del Mar, è uno spaccato di quanto avvenuto nel secolo scorso quando gli Italiani, oltre a creare inizialmente una rete commerciale, che provvedeva a fornire al Cile ogni sorta di prodotto, sono diventati dei veri e propri imprenditori in vari settori, dall’artigianato, al settore alimentare, dall’abbigliamento, al settore meccanico. I nostri connazionali hanno creato infatti delle vere e proprie imprese, spesso a conduzione familiare, che in breve tempo li hanno fatti affermare a livello economico e sociale.

Il documentario ci racconta delle famiglie Bacigalupo, Vallarino, Cambiaso, Vaccari che già nel lontano 1850 si sono spostati da Santa Marghrita Ligure, Portofino o Lavagna per tentare la fortuna oltreoceano. I nomi di queste famiglie spiccano sulle insegne dei grandi empori nella città di Valparaiso ed ancora oggi i nipoti di questi signori dai cognomi a noi noti sono felici di ricordare le imprese dei loro nonni e soprattutto di sentirsi italiani anche se forse non masticano una parola della nostra lingua.

I bellissimi colori che ci fa vedere il documentario di Magdalena ci fanno capire il perchè della scelta dei nostri connazionali verso quella terra così lontana. Tutti gli intervistati nel film hanno affermato la stessa cosa: Valparaiso è molto simile alla Liguria, mare davanti e monti alle spalle con un clima mite. E così sognando di essere ancora nel loro paese i Bacigalupo, Vallarino, Cambiaso e Vaccari si sono stanziati nella “Valle Paradiso” (traduzione del nome della città dallo spagnolo) sposandosi poi con donne del luogo, favorendo così la nascita di coppie miste, italo-cilene.

Molti di loro hanno occupato e occupano, ancora oggi, posizioni di prestigio. Ricordiamo, ad esempio, il fondatore del Partito Democratico Cileno Angel Guararello Costa e il Presidente della Repubblica nel 1920, Arturo Alessandri, padre di quel Jorge, che assumerà la stessa carica dal 1958 al 1964.

I volti dei proprietari di quei bellissimi e grandi empori di cui sembra di sentire il profumo delle spezie anche attraverso la celluloide hanno qualcosa di familiare il che, guardando il il film, ci fa sentire a casa. Ed a casa vogliono sentirsi anche loro che hanno organizzato circoli ed associazioni per incontrarsi e gustare insieme tanto la cucina italiana che il gioco delle bocce. “In Italia non è facile unire Nord e Sud – ha detto qualcuno - ma in Cile invece ci sentiamo uniti”. Che cosa bellissima, diciamo noi! Il documentario che è costato a Magdalena Gissi Barbieri tre anni di lavoro è un prodotto di alta qualità sia a livello di tecnica cinematografica che di contenuti, e speriamo che la Sala di Via Balbi non rimanga l’unico palcoscenico di questa pellicola, come giustamente se lo augura anche l’autrice, anche lei di nonno italiano.

Francesca Camponer

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